Beppe s’attacca agli imprenditori per aiutare il Leoncavallo

L’appello di Palazzo Marino: «Il Leonka è anche cultura». Ma il centro sociale li ha sempre chiamati«evasori e sfruttatori» Salachesiappellaagliimprenditori“illuminati” e il Leonka che risponde proponendo una nuova assemblea cittadina.

Ennesimo colpo di scena nella vicenda che, dopo lo sgombero di ferragosto da via Watteau, vede lo storico centro sociale alla tormentata ricerca di una nuova sede.Nella mattinata di ieri il sindaco, dai microfonidi Rtl 102.5, ha lanciato a sorpresa un appello perché qualche imprenditore partecipi al bando per l’area di San Dionigi, assieme allo storico centrosociale.

«Potrebbe essere utile che imprenditor iche comprendono l’utilità per Milano di un centro come il Leoncavallo si facciano parte in questa operazione», ha spiegato Sala, dichiarando di ritenere che il centro sociale nell’interezza e nella complessità della sua storia, «dal punto di vista culturale, sociale e politico, abbia avuto un senso e possa continuare ad averlo».

Il sindaco ha poi ribadito il suo disappunto per non essere stato avvisato dello sgombero. «È stato irrituale non avvisarmi prima, nascondere la cosa,fare un colpo di mano», ha spiegato il primo cittadino, «noi tra l’altro stavamo discutendo con le Mamme Antifasciste del Leoncavallo per trovare un’alternativa e abbiamo anche trovato una sede, la vecchia sede del Leoncavallo in via Watteau (Ipa)a Ponte Lambro, che potrebbe essere adatta», ha continuato Sala,«abbiamo lanciatounamanifestazione d’interesse che scade il 5 dicembre, dando tempo per poter presentare un progetto».Il sindaco, in riferimento a via Watteau, ha poi ribadito che al momento l’unica opzione possibile è San Dionigi. «Evidentemente c’è un legame dei militanti del Leoncavallo con la vecchia sede ed è chiaro che se potessero rimanere lì sarebbe il meglio». Un intervento, quello di Sala, che segue di poche ore una lunga notte di discussione tra i vertici del Leonka. Secondo quanto riferito da Marina Boer, presidente delle Mamme Antifasciste del Leoncavallo, nella riunione si è discusso a lungo di come uscire dall’empasse in cui si trovano ormai da quasi un mese. «Abbiamo concordato di lasciare aperta anche l’opzione del bando», ha spiegato la Boer, «le ultime dichiarazioni di Sala non fanno altro che rafforzare l’esigenza di un dibattito condiviso con le stesse realtà istituzionali e di movimento con le quali ci siamo confrontati nelcaso dell’assemblea alla Camera del lavoro.

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