Oggi saranno pubblicati i file secretati dell’assassinio di JFK

Questa pubblicazione è come un battito cardiaco tremante nel petto di una nazione e del suo popolo alla disperata ricerca della verità.

Non si tratta solo di un singolo evento congelato nel 1963; riguarda l’anima del nostro paese, l’ultima fragile possibilità per il nostro governo di sbucciare gli strati del male e lasciare che la luce della trasparenza risplenda.

Per decenni, ci hanno dato da mangiare frammenti di informazioni, siamo stati sommersi da speculazioni e lasciati a chiederci cosa fosse stato sepolto sotto il peso dei francobolli classificati.

Ora, siamo sull’orlo del precipizio: sarà questo il giorno in cui finalmente ci verrà detta la verità?

Il significato di questo momento è più profondo della curiosità. È una supplica, una richiesta, un punto di rottura per il nostro paese.

La segretezza nel nostro governo è diventata un cancro, che sta divorando la fiducia che ci tiene uniti.

Ogni documento nascosto, ogni riga censurata, ogni decisione a porte chiuse: è un’altra crepa nelle fondamenta di ciò in cui dovremmo credere.

Ci viene detto che è per il nostro bene, che la verità è troppo complicata, troppo pericolosa. Ma questa scusa è diventata debole. Non è protezione; è controllo. È un governo che ha dimenticato di esistere per servirci, non per incombere su di noi come un enigma intoccabile.

Questa segretezza non oscura solo il passato, avvelena il presente. Si insinua nel modo in cui siamo governati, nelle leggi approvate alle nostre spalle, nella sorveglianza che non dovremmo notare, nelle guerre che ci dicono essere necessarie senza mai sapere perché.

È il motivo per cui siamo divisi, per cui ci urliamo l’un l’altro, perché siamo stati lasciati a riempire il vuoto con le nostre paure e supposizioni. Una democrazia non può sopravvivere di ombre; ha bisogno della luce del sole, senza filtri e implacabile. Quando il governo accaparra la verità, non ci tradisce solo, ma smantella l’idea stessa di “noi il popolo”.

Se oggi ci deludono, se ci consegnano mezze verità o altre pagine oscurate, non è solo una delusione, è una campana a morto.

Prego che pubblichino tutto oggi.

president TRUMP

18 marzo 2025

Il papa “fantasma” da 33 giorni e la sede impedita non dichiarata: colpo di Stato in Vaticano?

Di Cesare Sacchetti

A leggere i bollettini che vengono emessi dal circolo di Santa Marta, sembra quasi che il policlinico Gemelli di Roma abbia una sorta di potere miracoloso sui suoi degenti, anche quelli che versano nelle condizioni più disperate.

Sì, perché si è appreso da poco da una di queste comunicazioni che papa Francesco adesso pare sia pure in grado di camminare, quando non ne era in grado nemmeno prima di entrare in ospedale, già molto malconcio e a malapena in grado di parlare.

I medici del Gemelli devono avere delle qualità uniche tanto da essere stati in grado di riportare indietro l’orologio biologico di Bergoglio di 30 o 50 anni, e infatti, semmai Francesco sarà mai mostrato al momento delle sue dimissioni dall’ospedale romano, ci si aspetta di vederlo ringiovanito, magari intorno ai 40 anni, quando era ancora un sacerdote alle prime armi schierato dalla parte del regime di Videla.

Non si sa in realtà nulla di quello che sta realmente accadendo al decimo piano del Gemelli che ormai è diventato un luogo separato dal resto del mondo esterno, una sorta di dimensione parallela alla quale l’accesso è negato persino a quelli che fino a ieri erano considerati i fedelissimi del papa.

Fonti vaticane e del policlinico Gemelli hanno raggiunto questo blog infatti per informarlo che nemmeno porporati come il penitenziere De Donatis riuscirebbero ad accedere all’appartamento nel quale si trova Bergoglio, così come, incredibilmente, l’accesso è negato anche ad un suo protetto come il cardinal Tucho Fernández, che aveva espresso parere favorevole alla benedizione degli omosessuali.

Se c’era già purtroppo prima di papa Francesco una visione sempre meno ostile all’omosessualità dopo l’avvento dell’infausto Concilio Vaticano II, che ha riempito i seminari di preti gay, Bergoglio ha portato agli estremi la dimensione omosessuale post-conciliare mettendo nei vari posti di potere della Chiesa Romana omosessuali e pedofili dichiarati.

Fernández può essere considerato a pieno titolo uno dei vari esponenti di questa cosiddetta teologia queer, eppure nemmeno un uomo come lui, così vicino all’orecchio di Jorge Mario Bergoglio, riuscirebbe ad accedere nell’appartamento al Gemelli del pontefice.

E’ una situazione praticamente inedita. Da quando è iniziata l’era dei mezzi di comunicazione di massa e dopo l’avvento del cinema e della televisione, mai fino ad ora un pontefice era stato così tanto assente dagli schermi pubblici, senza farsi vedere e probabilmente senza nemmeno farsi sentire.

L’immagine che è uscita ieri dopo 32 giorni di ricovero che mostra papa Francesco di spalle piuttosto che dissipare i dubbi, li ha ancora di più infittiti.

Bergoglio in una presunta immagine di questi giorni al Gemelli

Alcuni hanno sollevato dubbi sul fatto che quella foto fosse recente, perché Bergoglio appare meno gonfio di quanto lo era quando venne ricoverato il 14 febbraio al Gemelli, ma perché il circolo di Santa Marta mostra questa foto praticamente coperta del pontefice e invece non lo fa vedere di fronte magari assieme ai medici e sanitari che lo assistono?

Se poi la foto è davvero recente, allora non si comprende perché il papa non sia in grado di mostrarsi alla finestra del suo appartamento e mettere fine alla telenovela sulle sue reali condizioni di salute.

Sul messaggio audio del 6 marzo, aleggiano gli stessi dubbi.

In quell’occasione, Bergoglio (?) parlava in spagnolo con voce estremamente affaticata e per ampi tratti incomprensibile.

Alcuni affermano che l’audio non è autentico, ma anche se dovesse esserlo, c’è la seria possibilità che questo possa essere stato registrato non per i fedeli radunatisi in piazza San Pietro quella sera per il consueto rosario di preghiera, ma per un’altra occasione, quale quella del 25 febbraio, quando i fedeli argentini si sono radunati a plaza Constituciòn per pregare per Francesco.

Si spiegherebbe così la scelta anomala di Francesco di parlare in spagnolo e non in italiano come avrebbe dovuto fare, considerato che il pubblico di San Pietro era in larga parte italiano.

Santa Marta probabilmente dev’essersi sentita messa alle strette.

Erano troppe le voci che chiedevano una effettiva prova dell’esistenza in vita del pontefice, e allora è uscito questo audio incomprensibile che con ogni probabilità è stato registrato almeno 11 giorni prima del 6 marzo.

Se l’audio dovesse essere autentico, allora se ne deve dedurre che dopo il 25 febbraio, Francesco non era più in grado di parlare, e coloro che stanno gestendo questa fase, hanno deciso di riciclare, per così dire, un audio precedente.

Se invece il messaggio audio dovesse essere falso, allora l’unica conclusione possibile è che Bergoglio non era nemmeno in grado di parlare il 25 febbraio, e Santa Marta ha deciso di confezionare questo falso per poi spenderlo in un’occasione successiva, quella appunto del 6 marzo.

Le bugie che escono dal Gemelli stanno comunque giustamente suscitando lo scherno di chi segue questa paradossale vicenda.

Iniziano ad essere diffusi video fatti con l’intelligenza artificiale che mostrano un Bergoglio rinvigorito dalle cure miracolose del Gemelli, grazie alle quali ha sviluppato un fisico da culturista.

Che Santa Marta stia mentendo è infatti ovvio a qualsiasi persona di buon senso.

Se davvero papa Francesco fosse in grado di fare soltanto la metà di quello che affermano i suoi burattinai occulti, ovvero attività quali camminare, leggere il giornale, rispondere alle email, collegarsi in videoconferenza, telefonare e fare nominare, allora la crisi bergogliana sarebbe chiusa da un pezzo.

Non ci sarebbe nessun reale impedimento a mostrare per un paio di minuti il papa raccolto in preghiera nella sua cappella, così come non ci sarebbe nessun reale impedimento a fare un Angelus di 5 minuti, se davvero le cose stanno come affermano gli uomini della camarilla vaticana.

Non è chiaramente così, e allora ci si chiede cosa stia davvero accadendo in quell’appartamento nel quale nemmeno i porporati più vicini al papa riescono ad entrare.

L’arrivo della sorella di Bergoglio e il passato opaco di Francesco

Soltanto poche settimane fa, questo blog è stato in grado di rivelare in esclusiva che era giunta a Roma la sorella di Bergoglio, Maria Elena Bergoglio, anche se i media, ovviamente, si sono esibiti nel loro solito esercizio di “smentita” per conto terzi, senza portare qualcosa a sostegno della loro tesi.

Maria Elena Bergoglio

La fonte che ha rivelato a questo blog tale retroscena è attiva presso l’aeroporto di Fiumicino ed è delle più attendibili.

Sempre secondo l’informatore in questione, la settimana nella quale è giunta Maria Elena Bergoglio, all’aeroporto di Roma, sono giunti altri personaggi di primissimo piano della Chiesa.

Sono giunti i cardinali da diverse parti del mondo, chiamati a raccolta per quello che ha tutta l’aria di essere un pre-conclave.

Questi arrivi eccellenti suggeriscono caldamente questa ipotesi, e quello della sorella di Francesco è particolarmente indicativo perché mai prima d’ora la parente più stretta di Bergoglio aveva visitato suo fratello.

I media non hanno mai voluto approfondire tale anomalia, quasi che avessero ricevuto istruzioni nel non indagare troppo sul fatto che Maria Elena Bergoglio non avesse apparentemente manifestato alcun interesse a vedere il suo illustre fratello.

La consegna appare essere quella di non accendere i riflettori sul passato argentino di Bergoglio, fatto di poche luci e molte ombre, come quelle che già negli anni’90 portavano il suo superiore gesuita, Peter Hans Kolvenbach, a dire chiaramente che l’allora sacerdote Jorge Mario Bergoglio non era affatto adatto per rivestire il ruolo di vescovo, e forse nemmeno quello di prete.

Bergoglio veniva descritto come un personaggio doppio, estremamente incline al turpiloquio, dispotico, e pronto a tutto pur di salire i vertici della carriera ecclesiastica.

Non c’erano in lui le doti di vera umiltà, pazienza e temperanza che dovrebbero appartenere ad un buon sacerdote, soprattutto ad uno che aspira a salire i ranghi della Chiesa.

In lui c’era brama di potere, e quel potere gli è stato da coloro che a Roma volevano che Jorge Mario Bergoglio divenisse arcivescovo di Buenos Aires prima e principe della Chiesa poi, quando Karol Wojtyla creò cardinale il vescovo “venuto dalla fine del mondo”.

In Argentina, Bergoglio non ha mai messo più piede dall’inizio del suo pontificato perché in quella terra è tutt’altro che amato.

Durante il suo periodo da arcivescovo, le famiglie vittime degli abusi pedofili da parte dei preti della sua diocesi si ricordano bene e si ricordano altrettanto bene come l’allora arcivescovo di Buenos Aires piuttosto che manifestare la sua solidarietà verso i bambini violentati, lo fece a favore degli stupratori in abito talare, ai quali fu messa a disposizione l’assistenza legale dell’arcidiocesi bonarense.

Il passato non va ripercorso dai media per tale ragione.

E’troppo scabroso per l’immagine del pontefice “francescano” che i media liberali hanno cucito addosso al papa fatto a loro immagine e somiglianza, e allora quelle orribili verità devono restare possibilmente sommerse, anche se queste periodicamente provano a riemergere con forza.

Attorno a porta Sant’Anna intanto, non appena sono arrivati i vari porporati da diverse parti del mondo, sembrano essere già iniziate quelle prove tecniche di pre-conclave nei vari appartamenti dei cardinali.

I cardinali si studiano, si scrutano e si analizzano a vicenda nel tentativo di capire chi appartiene ad un determinato fronte e chi ad un altro, perché il Vaticano II ha purtroppo compiuto il capolavoro di esacerbare le cosiddette “correnti” ecclesiastiche che si dividono nei vari fronti conservatori e progressisti.

L’esito della futura elezione sarà tutt’altro che scontato perché Francesco nella sua foga di fare delle infornate di cardinali a suon di concistori, non sembra aver passato in rassegna attentamente tutti i profili dei principi della Chiesa, tra i quali ci sono certamente uomini come Tucho Fernández, ma ci sono anche tradizionalisti critici del Vaticano II che hanno saputo giocare abilmente a carte coperte per evitare la mannaia stalinista di Santa Marta che fulmina chiunque osi deviare dal percorso ultraprogressista bergogliano.

La massoneria ecclesiastica ha già comunicato la sua aspirazione attraverso il film “Conclave”, nel quale, come detto in precedenza, alla fine dopo vari intrighi e colpi di scena, i cardinali finiscono con l’eleggere un pontefice trans, una donna che si fa passare per uomo, e tale porporato esiste davvero, non è affatto una fantasia letteraria e cinematografica, come rivelato su questo blog.

Il cardinale trans in Conclave

Il cardinale trans è stato creato proprio da Bergoglio, viene anch’egli (ella) dall’America Latina e, nemmeno a dirlo, è un entusiasta anche lui della teologia queer.

Il film altro non è servito che ad annunciare al grande pubblico quali sono i piani dei nemici della Chiesa che si sono infiltrati in tale istituzione, ma evidentemente i piani per costoro sono tutt’altro che in discesa.

Se si continua a non mostrare veramente Bergoglio, e se si continua a mentire spudoratamente sulle sue condizioni di salute, è evidente che chiunque oggi sia in controllo di questa situazione, non è affatto certo di poter pilotare con sicurezza gli esiti del conclave, che come detto in precedenza, sarà tutt’altro che scontato.

Chi comanda in Vaticano?

Allora ci si chiede legittimamente chi è che ha preso il controllo ora della Chiesa e chi è che sta impendendo l’accesso persino ai fedelissimi di Bergoglio.

Papa Francesco è sempre stato un pontefice vicino ad ambienti ebraici e massonici, e non ne ha mai fatto mistero, tanto da guadagnarsi un elogio pubblico della paramassoneria del Rotary, della quale è membro, e da ricevere più volte in Vaticano i vari esponenti del Congresso mondiale ebraico che sembrano essere i suoi veri referenti.

A Santa Marta qualcuno ha preso il controllo, e la rete di potere attorno a Francesco suggerisce che siano stati questi ambienti a decidere di mantenere il più assoluto riserbo sulle condizioni di salute del papa e di non farlo vedere per 32 giorni consecutivi, a dimostrazione che quanto scritto in quei bollettini medici è una bugia per provare a guadagnare tempo.

Si è quindi evidentemente di fronte o ad una sede vacante o una sede impedita, entrambe non dichiarate,e il codice di diritto canonico è molto preciso su chi debba gestire la Santa Sede in questi casi.

I canoni sulla sede vacante e sulla sede impedita affermano che in tali casi è il vescovo ausiliare o il vicario generale a guidare temporaneamente la Chiesa, ma qui si è però di fronte ad una situazione pressoché inedita, perché nessuna delle due è stata pubblicamente annunciata.

Il pontefice in passato quando era in gravi condizioni di salute veniva assistito dai suoi cardinali, ma mai prima d’ora era calata questa insopportabile cappa di silenzio dietro la quale personaggi opachi ne stanno approfittando sia per fare invalide nomine di vescovi, sia per istituire dei nuovi oboli per chiedere denari, considerata la scarsità di donazioni giunte nelle casse vaticane dopo l’inizio del pontificato bergogliano.

E’ una sorta di colpo di Stato vaticano segreto sul quale i media, come loro solito, hanno steso la loro cappa disinformativa attraverso la ripetizione pedissequa di quei ridicoli bollettini “medici” pieni zeppi di contraddizioni e dove un giorno il pontefice è moribondo e nell’altro lavorerebbe come se nulla fosse.

Ci si chiede i golpisti vaticani quanto pensano di andare avanti così.

Non potranno certo restare chiusi nell’appartamento del Gemelli per 6 mesi.

La verità, qualunque essa sia, prima o poi dovrà uscire fuori, così

fonte

Altroconsumo Fa’ la Cosa giusta!

Altroconsumo sarà a Fa’ la cosa giusta! con laboratori esperienziali e attività interattive sulla sostenibilità. Incontri su acquisti consapevoli, fiducia, brand activism e sanità pubblica.

Il 14-15-16 marzo Altroconsumo sarà presente a Fa’ la cosa giusta! a Fiera Milano Rho con AltroGiocare, AltroImparare, AltroComprare. Impegnati a Cambiare. Nello stand di Altroconsumo troverai ogni giornolaboratori esperienziali e percorsi interattivi che promuovono la consapevolezza ambientale e la responsabilità nelle scelte quotidiane. Attività pratiche e ludiche per riflettere su economia circolare, ciclo di vita dei prodotti, imballaggi, impatto dei comportamenti individuali sull’ambiente. Gli esperti tecnici di Altroconsumo saranno a disposizione per interagire con il pubblico, offrendo approfondimenti e consigli concreti. I laboratori saranno realizzati in collaborazione con Advanced Design Unit, Dipartimento Architettura dell’Università di Bologna e ilVespaio, studio di design for a better planet. 

Altroconsumo organizzerà sabato 15 marzo, giornata internazionale del consumatore, l’incontro Costruire fiducia nel cambiamento: le nuove abitudini di scelta degli italiani – Non c’è cambiamento senza fiducia di poterlo attuare. E non c’è fiducia senza l’impegno di tutti a cambiare: per il bene comune delle comunità, dell’ambiente e di chi verrà dopo di noi. 
Ne parleremo con Federico Cavallo, Responsabile Public Affairs e Media relations, Altroconsumo e Francesco Oggiano, giornalista e scrittore, si rifletterà tutti insieme seguendo le parole-chiave del manifesto lanciato da Altroconsumo e della nuova piattaforma di partecipazione civica “Impegnati a Cambiare”: per fare un punto su dove siamo, su dove vogliamo andare e, soprattutto, su come fare ad arrivarci tutti insieme.  
Alessandro Sessa, Direttore delle pubblicazioni, Altroconsumo, interverrà sul tema della sanità pubblica nell’incontro organizzato da Terre di Mezzo.

Entrare al festival e aderire ai laboratori è gratuito, per partecipare è necessario registrarsi su Fa’ la cosa giusta! 

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NO AL RIARMO EUROPEO

Cari associati e lettori in genere, la nostra comunità virtuale ha deciso di opporsi all’adesione dell’Italia al piano di riarmo Europeo (costo 800 miliardi di euro)

Il periodo che stiamo vivendo è veramente difficile, abbiamo gli ospedali in panne, le attività produttive in grande difficoltà economica, le famiglia che non riescono a sbarcare il lunario per bollette energetiche oltre ogni limite. Tutto questo a causa della psicopandemia che ci hanno propinato e per le sanzioni demenziali applicate alla Russia per la questione Ucraina.

Praticamente i despoti mondiali hanno deciso di accumulare denaro sulla nostra pelle e lo fanno con l’acquisto di armamenti per contrastare una aggressione Russa CHE NON CI SARA’ MAI, come lo hanno fatto prima con i vaccini e prima ancora con il gree.

E’ venuto il momento di pensare all’Italia e agli italiani, per questo motivo vi propongo di inviare alla Presidente Meloni una semplice email con questa frase

“NO AL RIARMO EUROPEO”

la mail è questa :uscm@palazzochigi.it (segreteria consiglio dei ministri)

seguita dalla vs. firma e dal codice fiscale

io l’ho già fatto!

Manuela Valletti

“ART DÉCO. IL TRIONFO DELLA MODERNITÀ”

Milano, 26 febbraio 2025 – Apre al pubblico domani, giovedì 27 febbraio, a Palazzo Reale, la mostra “ART DÉCO. IL TRIONFO DELLA MODERNITÀ” nell’anno del centenario di uno dei più noti eventi espositivi del Novecento: l’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes, aperta a Parigi nel 1925. 
 
L’esposizione universale non solo codificò un nuovo gusto estetico internazionale, diffusosi rapidamente in Europa nel primo dopoguerra, appunto lo “Stile 1925” o “Art Déco”, ma che in particolare decretò universalmente il successo delle arti decorative italiane. In questa nuova dimensione raffinata ed elegante – tra alto artigianato artistico e produzione industriale – si pongono le fondamenta per quella sintesi fatta di qualità dei materiali, straordinarie competenze tecniche e creatività uniche, nota in tutto il mondo come “Made in Italy”.
 
Per celebrare questo anniversario e nell’ambito di una riflessione critica sulla cultura e sull’arte in Europa, con particolare attenzione all’Italia degli anni Venti, nasce la mostra “Art Déco. Il trionfo della modernità”, in programma a Palazzo Reale a Milano fino al 29 giugno 2025, curata da Valerio Terraroli e promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE.
 
“La mostra rappresenta un momento di straordinario approfondimento culturale, in cui si intrecciano arte, società e storia. Attraverso un percorso espositivo ricco e articolato, viene restituita al pubblico non solo la magnificenza estetica di un’epoca che ha saputo ridefinire il concetto stesso di modernità, ma anche il suo valore simbolico, quale sintesi perfetta tra tradizione artigianale e innovazione tecnologica – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. In un periodo segnato da fragilità e contraddizioni, l’Art Déco emerge come espressione di una ricerca universale di armonia e raffinatezza, capace di trascendere confini geografici e discipline artistiche. Questo progetto, che Palazzo Reale ospita con orgoglio, ci invita a riflettere sulla forza dell’arte come linguaggio comune e sulla capacità del passato di dialogare con il presente, offrendoci nuove chiavi di lettura per comprendere la nostra identità culturale”.
 
Grazie a importanti prestiti provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private in Italia e all’estero, la mostra ha l’obiettivo di approfondire la genesi, lo sviluppo e la rapida fine dell’Art Déco. Se infatti in Francia e in Italia l’Art Déco durerà effettivamente solo un decennio, questo fenomeno stilistico avrà però modo di riverberarsi nel resto del mondo ancora per tutti gli anni Trenta. 
 
La mostra non solo propone una specifica attenzione alle preziose manifatture che definirono – in particolare in Francia e in Italia – la cifra stilistica della ‘modernità’ degli anni Venti, ma vuole anche aprire una finestra più ampia su quel periodo storico assolutamente affascinante, evocando sullo sfondo tratti della società europea: i luoghi e i modi di vivere, la moda, l’architettura, il progresso tecnologico e il proto-design, senza dimenticare le incertezze e le continue tensioni economiche e sociali che caratterizzarono questo fragile decennio dopo la fine del primo conflitto mondiale.
 
A Palazzo Reale, “Art Déco. Il trionfo della modernità” presenta al pubblico circa 250 opere: dai vetri alle porcellane alle maioliche ai centrotavola, dalle opere d’arte come dipinti, sculture decorative, disegni preparatori, tessuti fino ad arredi, abiti haute couture, accessori, alta oreficeria, ma anche vetrate e mosaici che rimandano agli arredi di hotel, stazioni e mezzi di trasporto di lusso, come aerei e transatlantici. 
Anche l’allestimento arricchito da frame cinematografici, riproduzioni di manifesti e riviste, fotografie storiche e installazioni multimediali, curate da Storyville, restituisce il clima e le atmosfere di un’epoca irripetibile e affascinante, quella dell’Europa degli anni Venti del Novecento: un mondo sospeso tra due guerre, ricco di novità creative e culto del lusso.
 
Nell’ambito della valorizzazione delle testimonianze Art Déco sul territorio milanese Palazzo Reale rafforza la collaborazione con la Fondazione FS Italiane ospitando il progetto espositivo “Il Padiglione Reale della stazione centrale di Milano. Un capolavoro Art Déco” che, attraverso un’ampia selezione di fotografie, documenti, disegni e arredi conservati negli Archivi della Fondazione FS Italiane, nell’Archivio di Rete Ferroviaria Italiana (Milano) e nel Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano, racconta la storia del Padiglione Reale in Stazione Centrale e documenta come l’Art Déco sia rintracciabile anche nell’architettura ferroviaria italiana attraverso un connubio tra la spinta vitalistica della modernità e la tradizione: una contaminazione tra la valorizzazione della cultura formale e tecnica italiana e l’elaborazione dei nuovi modelli stilistici.
 
Il Padiglione Reale, infine, sarà punto di partenza anche per una serie di tour guidati in città – a piedi e in bicicletta – organizzati da 24 ORE Cultura in collaborazione con Fondazione FS Italiane e Palazzo Reale alla scoperta di edifici, interni e dettagli architettonici déco che hanno segnato un’epoca.

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Premiazione concorso letterario L’interno

Dopo il crescente successo del Premio Letterario Clepsamia, la VJ Edizioni, in occasione del proprio decennale di attività, ha pensato di indire un concorso aperto a tutti per dare spazio alle nostre migliori espressioni letterarie, sia nel campo narrativo che in quello poetico. Nasce così il Premio Eccellenza letteraria, un contest con in palio – oltre alle consuete pubblicazioni – un montepremi in denaro e buoni acquisto, proporziona to al numero di partecipanti. Abbiamo avuto un discreto risultato in termini quantitativi, ma soprattutto un ottimo ritorno qualitativo, che era poi il nostro obbiettivo. Ecco quindi – come nella nostra tradi zione – quest’antologia che raccoglie tutti i racconti e le poesie finaliste. Come sempre un grande plauso e un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti, dando appuntamento per la prossima edizione.

 Sabato 8 Febbraio 2025, alle 16 e 30, presso la Chiesetta di Cascina Linterno – a Milano, in via F.lli Zoia, 194, si svolgerà la premiazione del concorso “Eccellenza Letteraria 2024” organizzato da VJ Edizioni.

Saranno presenti i premiati delle due sezioni (Narrativa e Poesia) e verrà presentata l’Antologia “Le Eccellenze 2024” contenente tutti i racconti e le poesie finaliste.

Gli autori

Alberto Arecchi, Massimo Vito Avantaggiato, Francesco Bagliani, Gianni Brigaglia, Emanuela Capodarco, Annalena Cimino, Daniela Colombo, Maria Teresa Coppola, Alessandra D’Agostino, Luisa Di Francesco, Mario Falchetti, Gabriella Giammaria, Elvio Grilli Grilli, Alessandro Inghilterra, Lucia Lo Bianco, Giulia Maddaloni, Daniela Carmen Mainardi, Federico Mantegari, Gianmarco Marchetti, Alessio Miglietta, Giuseppe Minicone, Adele Murino, Paolo Patriarca, Elena Piccoli, Michele Pochiero, Alessandro Porri, Roberto Ragazzi, Stefano Regazzoni, Alessandro Russo, Francesco Sciannarella, Angelica Sicoli, Patrizia Spada, Giulia Tardio e Aurelio Zucchi

La Città metropolitana di Milano assume 32 persone: come candidarsi

Diversi i ruoli sia nell’ente di area vasta, sia nei vari comuni


La Città metropolitana di Milano assume 32 persone: come candidarsi

aCittà metropolitana di Milano assume personale. Pubblicati otto bandi che mettono a disposizione 32 posizioni per lavorare nell’ente di area vasta o nei suoi comuni.

Le posizioni aperte

Sono 18 i posti disponibili per il ruolo di istruttore amministrativo contabile per la Città metropolitana di Milano. Un posto, invece, è disponibile per il ruolo di funzionario economico finanziario sempre per l’ente di area vasta. La Città metropolitana di Milano assume un funzionario informatico. I comuni di Cusago, Liscate e Busto Garolfo sono alla ricerca di un operatore esperto tecnico cantoniere, mentre Opera è alla ricerca di un istruttore informatico aiuto Ced e un funzionario tecnico, stessa posizione ricercata anche ad Arese. Ancora, il comune di Arese assume di istruttori amministrativi e contabili. Infine, sono sei i posti disponibili ad Arese, Baranzate, Noviglio e Opera per il ruolo di istruttore tecnico. 

Tutti i posti disponibili prevedeono concorso pubblico per esami e si riferiscono a contratti a tempo pieno e indeterminato. I bandi sono disponibili sul sito della Città metropolitana di Milano e sul portale Inpa.

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La Città metropolitana di Milano assume 32 persone: come candidarsi
https://www.milanotoday.it/economia/offerte-di-lavoro/assunzioni-citta-metropolitana.html
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Truppe americane via dall’Europa, il piano di Trump

È la fine dell’impero americano del 1945. È la fine della repubblica di Cassibile.

Il presidente, infatti, vuole “tagliare di un quinto” – circa 20mila uomini appunto – il contingente Usa e intende chiedere un “contributo finanziario” per il mantenimento delle truppe restanti su questo lato dell’Atlantico. «Il ragionamento di Trump – ha detto all’Ansa una fonte diplomatica europea – è che le truppe a stelle e strisce rappresentano un deterrente e dunque il loro costo non può essere sostenuto solo dai contribuenti americani». 

Ecco, a quanto ammonti il conto da pagare è troppo presto per dirlo, la conversazione è ancora nella fase embrionale. Una ricognizione degli scambi avuti sinora dal tycoon con i leader europei sta consentendo di cristallizzare dei punti fermi, che però devono essere tradotti in politiche concrete. Prima di ogni cosa c’è la necessità di aumentare la spesa militare. Trump è tornato a battere sul tasto del 5% del Pil come nuovo standard Nato. Si tratta di un target enorme. «Non siamo ancora riusciti a raggiungere il 2% così come fissato ufficialmente ora» ha notato il ministro della Difesa Guido Crosetto prima delle comunicazioni alla Camera sull’Ucraina. «Il prossimo vertice della Nato sarà a fine giugno, vedremo se fisseranno un altro obiettivo». 

Il numero di militari nelle basi Usa di Vicenza

Il numero esatto è un dato sensibile e quindi non rivelabile, ma si stima che i militari americani presenti in Italia si aggiri attorno ai 12mila, comprendendo anche quelli che operano sotto la bandiera della Nato. Nel capoluogo berico si parla di circa 4.000 militari e di 9.000 civili.

In Europa poi c’è chi inquadra le parole di Trump. «Ha ragione a dire che non spendiamo abbastanza per la difesa» ha dichiarato l’alto rappresentante Kaja Kallas nel corso del suo intervento alla European defence agency (Eda). «L’anno scorso i Paesi Ue hanno speso collettivamente una media dell’1,9% mentre la Russia è al 9%».
Al netto delle bordate di Trump, c’è una roadmapprecisa per rimettere l’Ue in carreggiata. Si parte con l’informale dei 27 leader del 3 febbraio, dedicato appunto alla difesa, e il dibattito darà indicazioni chiave per stilare il “libro bianco” a cui stanno lavorando in tandem Kallas e Kubilius.  Contemporaneamente, alla Nato si corre per approvare i target sulle capacità – sono impegni precisi Paese per Paese – in tempo per la ministeriale Difesa di maggio. 

A giugno il vertice Nato in Olanda dedicato alla Difesa

La palla passerà poi ai capi di Stato e di governo: a fine giugno, nella stessa settimana, si terranno infatti sia il vertice Nato in Olanda che il Consiglio Europeo di Bruxelles dedicato alla Difesa. Se mai ci sarà un D-Day da segnare sul calendario, è quello. 

Capodanno Cinese 2025 a Milano: date, sfilata ed eventi

Il fulcro è in via Paolo Sarpi, che sarà decorata con lanterne rosse e addobbi tradizionali, ma l’appuntamento più scenografico si terrà all’Arco della Pace

Il conto alla rovescia è partito: Milano si prepara anche quest’anno a celebrare il Capodanno Cinese, una delle più importanti e sentite ricorrenze della comunità cinese meneghina, che ha il suo fulcro nel quartiere di via Paolo Sarpi. Qui la strada e i negozi saranno decorati con lanterne rosse e addobbi tradizionali, ma si potranno anche degustare piatti tipici della festività. Ma quando cade? Nell’anno di quale animale si sta per entrare? E soprattutto, quando è in programma la tradizionale sfilata del Dragone? Ecco tutte le informazioni.

FONTE