Giornalista e Scrittrice, ha pubblicato diversi libri ed e-book partendo dalle sue esperienze di vita e mettendo in risalto sentimenti e passioni senza risparmiarsi mai. Qui sotto troverete le sue verine libri ed ebook su AMAZON E LULU.
“Amo scrivere, mi è congeniale respirare, eppure ogni volta che devo iniziare un libro ho la necessità di pensarne per giorni la traccia, di elaborare i pensieri fino a farli diventare concreti, palpabili e poi, con lo stesso amore, con la stessa gioia e umiltà con cui li ho messi in fila, uno dopo l’altro, sentendoli intensamente parte della mia vita, inizio il mio libro”
Il ricamo dei mattoni” è il mio nuovo romanzo. Per la prima volta ho dato la stura alla mia fantasia, anche se tra le righe di questo nuovo libro ho messo molto di me.
La trama mi riporta alla mente periodi della mia vita, vacanze comprese, in cui sono stata felice o infelice, ma che comunque ho voluto ricordare scrivendo, come se alla fine non volessi dimenticare nulla del mio vissuto, come sempre, intenso.
Mi farebbe molto piacere avere un vostro parere perchè la trama che ho tessuto potrebbe benissimo diventare il filo conduttore di un film e vi assicuro che sarebbe un gran bel film, un intreccio tra amore, dolore, rimpianto e riscoperta della vita, che alla fine coinvolgerà tutti.
E’ il vissuto di due famiglie di due mondi diversi, ma incredibilmente vicine. Dopo una serie di incredibili coincidenze un “ricamo dei mattoni” cambierà per sempre le loro vite.
Milano – La temuta “bomba d’acqua” alla fine è arrivata, esattamente nella fascia oraria che era stata indicata come più critica per i forti temporali (con annessa allerta arancione). Poco prima delle 20 di ieri sulla Lombardia e anche sulla città di Milano si è abbattuto un vero e proprio nubifragio: il tutto è durato pochi minuti (un quarto d’ora circa) ma laforza di pioggia e vento è stata tale da causare danni e allagamenti, con numerosi interventi dei vigili del fuoco per alberi caduti al suolo. Ma cosa succederà nei prossimi giorni? La Lombardia potrà contare su una tregua duratura sul fronte meteo? Non illudiamoci. Se stamattina il sole splendeva su gran parte della regione già dalle prossime ore la situazione è destinata a cambiare, con nuovi rovesci, che potrebbero anche essere di grande intensità. Ma partiamo dalle previsioni meteo di Arpa Lombardia. Oggi, sabato 22 giugno, instabilità in graduale aumento a partire dai rilievi. Dalla serata e per la giornata di domani, domenica, temperature massime in marcato calo, con instabilità diffusa a gran parte della regione, in particolare su Pianura e Appennino. Nei giorni a seguire sono previste ancora ancora precipitazioni, intervallate da temporanee fasi più stabili. Insomma: ancora per qualche giorno sulla regione sarà “vera estate” solo sulla carta.
Lombardia: nuova allerta meteo per domani, domenica 23 giugno
Allerta meteo gialla anche a Milano
Il Centro Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardiaha diramato un’allerta gialla ordinaria per temporali dalle ore 17 di oggi alle 6 di domani. Il Centro Operativo Comunale (COC) della Protezione civile sarà attivo per il monitoraggio dei livelli idrometrici dei fiumi Seveso e Lambro e per coordinare gli eventuali interventi in città. Lo comunica il Comune di Milano. Durante l’allerta meteo si invitano i cittadini e le cittadine a non sostare nei sottopassi, nelle aree a rischio esondazione di Seveso e Lambro, sotto e nelle vicinanze degli alberi e nei pressi di impalcature di cantieri, dehors e tende. È importante anche prestare attenzione ai fenomeni meteorologici in occasione di eventi all’aperto, al fine di prevenire situazioni di pericolo.
“Ho riconosciuto la nostra casa però l’ho anche riscoperta attraverso lo sguardo della fotografa”
Diana Segantini, curatrice del libro Casa Segantini
Il libro fotografico “Casa Segantini” è stato presentato alla Galleria d’arte moderna di Milano (GAM), in collaborazione con il Consolato generale svizzero e l’editore Skira.
Il libro guida il lettore alla scoperta di Casa Segantini. Dimora che il pittore fece costruire a Maloja, il piccolo paese svizzero in Val Bregaglia sito a 1817 metri, “a 6000 piedi sopra il livello del mare, e ancora molto più in alto su tutte le cose umane”, come ebbe a scrivere qualche anno prima il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche di Sils Maria, villaggio che dista meno di 10 chilometri da Maloja.
In questo incantevole angolo di paradiso, in cima al Passo del Maloja che collega l’Engadina alla vicina Chiavenna, passando dalla Bregaglia, sorge Casa Segantini. Costruita nel 1886 da Giovanni Segantini (1858 – 1899), la casa è tuttora di proprietà della famiglia. Un luogo “vissuto”, non una casa-museo, una vera casa d’artista in cui la vita e l’arte del pittore d’origine trentina sono ancora percepibili attraverso oggetti, quadri, libri, arredi, fotografie d’epoca e documenti originali.
“Per me – racconta la fotografa Gabriele Heidecker – la cosa più importante era cogliere l’atmosfera della casa, salvare questa memoria familiare dei Segantini che è come una stratificazione di roccia sedimentaria. Era importante esplorare, ricercare e documentare proprio questo aspetto”.
Il volume fotografico ci porta infatti alla scoperta intima di Casa Segantini: un luogo tuttora abitato dalla madre di Diana Segantini, la pronipote di Giovanni, che ha curato il volume per Skira.
“C’è stata questa simbiosi quasi totale con la fotografa – racconta Diana Segantini –. Si è trattato di un nostro grandissimo atto di fiducia. Ci siamo fidate di Gabriele e le abbiamo dato in mano la nostra casa, la nostra intimità. Sono molto grata sia della generosità di mamma e sia quella della mia famiglia per aver aperto la casa e aver lasciato carta bianca alla fotografa. Con il suo sguardo discreto ha colto il nostro amore per la bellezza”.
Una casa vissuta dove ancora dopo più di 120 anni la vita e l’arte di Giovanni Segantini sono presenti: “Mia madre vive in questa casa dagli anni ’60 e ne ha sempre avuto un grande rispetto. Ha sempre voluto mantenere la casa come un lascito di Segantini. Mia madre, norvegese, ha avuto questa delicatezza, il tatto e il rispetto per la famiglia. Non ha però mai rinunciato a mettere anche qualcosa di suo”.
L’occhio di Gabriele Heidecker, che, come detto, ha avuto totale libertà di movimento e azione, ha saputo cogliere aspetti, dettagli della casa di Segantini che gli stessi proprietari non avevano mai percepito. “Ho riconosciuto la casa – ammette Diana Segantini – però l’ho anche riscoperta attraverso lo sguardo della fotografa”.
Con il suo approccio soggettivo, l’artista tedesca ha fatto della Casa Segantini un po’ la sua casa e l’ha fotografata con i suoi occhi: “Ho cercato di catturare i miei sentimenti, le mie impressioni – ammette Heidecker – restando il più possibile concentrata sulle tante piccole cose. Penso che Diana abbia visto la sua casa per una volta con occhi diversi, i miei, e ha così colto cose che non aveva mai notato prima. O meglio, non aveva mai guardato le cose da questo particolare punto di vista, da questa diversa angolazione”.
Fotografata in tutte le stagioni per cogliere la diversità della luce, il libro offre panoramiche della casa e delle montagne circostanti, ma anche piccoli dettagli di oggetti quotidiani. Offre sguardi intimi, spesso attraverso le finestre, di una casa che ha avuto un passato importante ma che vive e pulsa di quotidianità ancora oggi.
Introdotto da un saggio della curatrice Diana Segantini, il volume fotografico è corredato dei contributi dello scrittore grigionese Iso Camartin, di Francesca Benini storica dell’arte specializzata in Segantini, e di Manuela Kahn-Rossi, storica dell’arte e curatrice svizzera.
Tra gli ultimi casi, il bagolaro di fronte alla stazione Centrale e il grosso tronco in piazzale Martini. Tutti i numeri del patrimonio arboreo del capoluogo. Quanto ci costa mantenerli?
I colpi risalgono all’estate 2022. Il modus operandi era ormai rodato: l’irruzione sempre con casco in testa e pistola alla tempia dei presenti. Calci in faccia a chi provava ad opporsi
Pistola e caso in testa: arrestato il terrore dei supermercati del Milanese
Milano – In tre mesi, nell’estate del 2022, avrebbe compiuto “ben 13 rapine a mano armata” in diversi supermercati tra Milano e i comuni a nord della cintura: raggiungeva i luoghi a bordo di una moto o di un’auto, indossava sempre il casco per non essere riconoscibile e “puntava la pistola alla tempia delle persone presenti (persino di un anziano)”, per poi farsi consegnare l’incasso.
E “in due occasioni, non ha esitato a colpire con dei calci al volto degli addetti che avevano tentato di opporsi“. Per questi fatti lo scorso martedì è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a un italiano di 35 anni, emessa dal gip del Tribunale di Milano dopo le indagini della Polizia della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Milano. Lo comunica con una nota la Procura.
Dall’inchiesta è emerso come in “alcuni casi da solo, in altri in compagnia di un complice, l’uomo abbia commesso, nel corso di appena tre mesi dell’estate del 2022, ben 13 rapine aggravate ai danni di piccoli e medi supermercati della zona nord-ovest di Milano (Novate Milanese, Cormano, Bollate, Milano-Comasina) e di Trecate, utilizzando sempre lo stesso modus operandi”. Usava una moto per arrivare, ma a volte anche un’auto, veicoli “risultati entrambi rubati”. All’identificazione dell’indagato i poliziotti sono arrivati “mediante analisi dei video ripresi dalle telecamere di sorveglianza, nonché tramite accertamenti tecnici biologici, dattiloscopici ed antropometrici”.
L’indagato, precisa la Procura, “è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in una Casa di reclusione”, dove era già detenuto “in esecuzione di una misura di sicurezza emessa per altri fatti”.
Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all’ultima ora dell’uom fatale; né sa quando una simile orma di piè mortale la sua cruenta polvere a calpestar verrà. Lui folgorante in solio vide il mio genio e tacque; quando, con vece assidua, cadde, risorse e giacque, di mille voci al sonito mista la sua non ha: vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, sorge or commosso al subito sparir di tanto raggio; e scioglie all’urna un cantico che forse non morrà. Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno; scoppiò da Scilla al Tanai, dall’uno all’altro mar. Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza: nui chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar. La procellosa e trepida gioia d’un gran disegno, l’ansia d’un cor che indocile serve pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch’era follia sperar; tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; due volte nella polvere, due volte sull’altar. Ei si nomò: due secoli, l’un contro l’altro armato, sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato; ei fe’ silenzio, ed arbitro s’assise in mezzo a lor. E sparve, e i dì nell’ozio chiuse in sì breve sponda, segno d’immensa invidia e di pietà profonda, d’inestinguibil odio e d’indomato amor. Come sul capo al naufrago l’onda s’avvolve e pesa, l’onda su cui del misero, alta pur dianzi e tesa, scorrea la vista a scernere prode remote invan; tal su quell’alma il cumulo delle memorie scese! Oh quante volte ai posteri narrar sé stesso imprese, e sull’eterne pagine cadde la stanca man! Oh quante volte, al tacito morir d’un giorno inerte, chinati i rai fulminei, le braccia al sen conserte, stette, e dei dì che furono l’assalse il sovvenir! E ripensò le mobili tende, e i percossi valli, e il lampo de’ manipoli, e l’onda dei cavalli, e il concitato imperio, e il celere ubbidir. Ahi! Forse a tanto strazio cadde lo spirto anelo, e disperò; ma valida venne una man dal cielo e in più spirabil aere pietosa il trasportò; e l’avviò, pei floridi sentier della speranza, ai campi eterni, al premio che i desideri avanza, dov’è silenzio e tenebre la gloria che passò. Bella Immortal! benefica Fede ai trionfi avvezza! scrivi ancor questo, allegrati; ché più superba altezza al disonor del Golgota giammai non si chinò. Tu dalle stanche ceneri sperdi ogni ria parola: il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, sulla deserta coltrice accanto a lui posò.
Che futuro può avere un popolo che fa tagli sulla Scuola e sulla Sanità ed è il popolo più tassato d’Europa ?
La spending review del governo Meloni avanza e la scuola si prepara a nuovi tagli. Dopo i 3,5 miliardi di euro di tagli previsti dal DEF 2022, il Ministero dell’Istruzione dovrà affrontare ulteriori riduzioni di bilancio nei prossimi anni.
Come segnala Il Messaggero, per il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, si parla di 45,2 milioni di euro di tagli per il 2024 e 49,2 milioni per il 2025. Tra le aree interessate dai tagli – su cui il Ministero sta svolgendo una serie di valutazioni – potrebbero esserci i servizi per gli asili nido, con il passaggio di questo settore sotto l’ombrello del PNRR, ma anche l’ambito relativo a formazione e aggiornamento del personale scolastico, che potrebbero subire una riduzione di finanziamenti, pur con la cautela di non compromettere gli obiettivi del PNRR. (Fonte: Orizzonte Scuola
Roma 26 aprile 2024 – “Ha ragioneMacron nel dire che l’Europa come soggetto politico autonomo può morire. Può morire di consunzione, di immobilità a fronte delle minacce esiziali che vengono dalla Russia, dalla Cina, potenzialmente da una presidenza Trump, da chi vuole dividere gli europei e minare l’Unione. Per questo servono regole istituzionali diverse, perché per rispondere alle sfide in atto e a quelle che verranno a breve, occorre poter prendere delle decisioni e farlo rapidamente, e oggi troppo spesso l’Europa è paralizzata dal conflitto tra i Paesi membri”. Così il professor Eric Jones, politologo americano, direttore del Robert Schuman Centre for Advanced Studies all’European University Institute di Fiesole.
Professor Jones, è solo Macron a lanciare l’allarme oppure è convinzione comune che l’Europa, per dirla con Hemingway, senta “suonare la campana“?
“Sono appena tornato da Bruxelles e il mood lì è che stiamo vivendo una crisi esistenziale dell’Europa e che per fronteggiarla serva un vero, autentico scatto di reni. Ne ha parlato Macron, ma anche Enrico Letta nel suo recente rapporto e Mario Draghi, lo abbiamo visto in questi anni e lo vedremo presto nel suo rapporto sulla competitività dell’Unione, pensano la stessa cosa. Serve una riforma che vada oltre le cosiddette “clausole passarella“ previste dal trattato di Lisbona, che hanno introdotto sì una qualche flessibilità evitando la regola l’unanimità, ma solo se esiste una unanimità nell’attivare questo meccanismo. È ancora troppo poco”.
Ma ci sono le condizioni per arrivare a un progetto di riforma istituzionale dell’Europa?
“In prospettiva è possibile, solo in prospettiva. Ora bisognerà procedere con gradualità. Il primo passo sarebbe trovare l’accordo per creare eurobond per garantire a livello europeo una parte del debito pubblico e investire sulla Difesa europea, che darebbe sicurezza all’intero continente e richiede risorse continentali. Le riforme istituzionali, che ritengo siano inevitabili, avverranno in una seconda fase, se sapremo creare le condizioni giuste”.
Quella che viene dalla Russia è una minaccia fondamentale per l’Europa?
“Lo è sicuramente, e non solo a livello militare. Putin rema sistematicamente contro l’Europa, cerca ogni modo per disgregarla. E purtroppo è un fatto che che ci sono Stati come l’Ungheria che sostengono in buona parte l’agenda di Putin, e questo non è accettabile”.
Per resistere alle mire di Putin è meglio investire di più nella Difesa sotto l’ombrello Nato o serve anche un esercito Ue?
“Le due cose non vanno viste in contraddizione. L’ombrello Nato era e sarà fondamentale, vista la forza militare che possono garantire gli Stati Uniti. Sarebbe illusorio pensare di abbandonare la Nato. Ma avviare anche un esercito europeo sarebbe una risposta opportuna e necessaria per far fronte ai competitori strategici, in primis Russia e Cina. Non credo che gli Stati Uniti sarebbero contrari”.
A proposito: che succede se a novembre vince Biden, e, di contro, se viene eletto Trump?
“Se vince Trump, specie con una maggioranza al Congresso, potrà fare tutto quello che vuole e quello che lui vuole è il divide et impera : stringere accordi con singoli Paesi europei e disgregare l’Ue, mettendo gli europei uno contro l’altro. L’Europa si troverebbe così schiacciata tra una America che punta a disgregarla e due competitori strategici come la Russia di Putin e la Cina di Xi, che ne percepiscono la debolezza. Sarebbe una sfida terribile e non è uno scenario improbabile: può accadere davvero”.
Milano, 18 aprile 2024 – Movimenti sapienti delle mani, carezze all’impasto che sembra prendere vita nella sua forma finale. Come nasce un pizzocchero? Da un rituale moderno quanto antico, tramandato da quando esiste l’essere umano, frutto della felice e simbiotica crasi fra ingegno e tradizione. Sono oltre 300 le tipologie di pasta al momento esistenti, altre sono pronte per essere pensate, eseguite e poi codificate. Ed è proprio la pasta a essere al centro dell’appuntamento dedicato al rituale moderno organizzato dall’associazione culturale Deriva, sabato 20 aprile a Milano (Studio Moby, via Francesco Soave 23, 11-18.30).
«In una settimana che vede Milano capitale del design, grazie al Salone del Mobile, non potevamo esimerci dall’occuparci della pasta – spiega Eleonora Grassi, co-founder di Deriva – Farlo, infatti, significa cimentarsi in una delle più compiute dimostrazioni di design. Un design primordiale, una di quelle forme su cui nessuno può mettere una firma. Forme stratificate solo dalla conoscenza e dal tramandarsi paziente di una ritualità che, nella sua completezza, attraversa la storia».
Il programma della giornata Paola, Ornella, Sara, Jack, Clelia: saranno loro i veri designer del rituale moderno del fare la pasta. Non gelosi della loro conoscenza, sono pronti a condividerla con chiunque abbia voglia di rimboccarsi le maniche e affrontare il mistero antico del fare la pasta. Per partecipare ai workshop basta registrarsi gratuitamente su Eventbrite al link: rb.gy/pzl7ka. Designer di gnocchi saranno Paola Zuffi e Ornella Gumolli in due turni, dalle 11 alle 13. Di pizzoccheri si occuperà Sara Polatti (13-14.30), mentre Jack Torresi (Bistrò Latomare) metterà in mostra l’arte di fare i maccheroncini di Campo Filone. Concluderà la giornata Clelia Dessì (Ristorante da Giordano il Bolognese) con lo spazio dedicato agli gnocchetti sardi (16-17). Il programma è disponibile sul sito Eventbrite all’indirizzo: rb.gy/pzl7ka.
Partner della giornata sono: Agribirrificio La Morosina, Azienda agricola I Carpini, BiciBaleno, Compagnia del pesto genovese, Favini Flavia Rebellious Wines, Gerli 1870, Giampiero Aprile, LOsT TiME.
Deriva Deriva nasce come luogo di partenza verso mete sconosciute. Nasce dall’incontro fra due comunicatori (Lorenzo Belletti e Paolo Belletti) e un architetto (Eleonora Grassi), uniti dalla voglia di trovare le istruzioni per perdersi in un territorio in cui cominciare ad aprire vie, itinerari, incroci che traccino mappe non ancora disegnate. Un punto di incontro tra realtà e persone che interagiscono con l’intento di costruire esperienze nuove. Deriva esplora, indaga, ricerca. Attirata da spiragli e visioni, si immerge, ti interroga e riemerge con un nuovo orizzonte.