Sulla liberazione di Cecilia Sala…

Questa è la realtà: la liberazione di Cecilia Sala sta tutta nelle mani degli Stati Uniti d’America. Piaccia o meno è così. Ma siccome noi abbiamo un esercito di pennivendoli, mentre si riempiono la bocca di giornalismo libero riescono a non raccontare alle persone come stanno veramente le cose.

L’arresto di Sala è la conseguenza dell’arresto di Mohammad Abedini, un cittadino Svizzero Iraniano che è stato fermato a Malpensa il 16 dicembre su ordine dei padroni di Washington. Se quest’ultimo verrà estradato dal Mistero della Giustizia italiano allora si potranno dimenticare la liberazione di Cecilia Sala.

Quindi siccome in queste situazioni dovrebbe prevalere il rapporto tra alleati, gli Stati Uniti d’America dovrebbero rinunciare all’estradizione di Abedini per far ottenere all’Italia la liberazione di Cecilia Sala. Purtroppo in politica internazionale funziona così e in politica internazionale, in questi casi specifici, le accuse, l’etica e la morale passano in secondo piano.

Quello che bisogna costatare è che se Cecilia Sala non farà più ritorno in Italia, dovremmo andare a recriminare a casa dei nostri “alleati”. Perché per la loro mania imperialista e per il loro suprematismo avranno preferito rinchiudere a vita una persona a loro sgradita sacrificando financo una giornalista di un paese “alleato”. Giornalista che durante la sua carriera ha coperto il culo proprio alla propaganda a stelle e strisce. E anche in modo abbastanza spudorato!

T.me/GiuseppeSalamone

Musica dei Cieli 2024

Il concerto si svolgerà Domenica 8 Dicembre 2024 alle Ore 16 nella suggestiva Chiesetta di Cascina Linterno, in Via F.lli Zoia, 194 – 20152 – Parco delle Cave – Milano

POSTI LIMITATI e con PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

esclusivamente dal sito:

fino al raggiungimento dei posti disponibili. Non verranno accettate richieste via mail o telefoniche

Autobus 67 da M1 “Bande Nere”, 49 da M1 “Inganni” e M5 “San Siro”, 63 e 78 da M1 “Bisceglie”

Dimitri Grechi Espinoza nasce a Mosca nel 1965 e fin dalla giovane età si avvicina alla musica jazz e allo studio del sax. La sua musica è contaminata dalle culture dell’est Europa, ma anche dalla tradizione jazzistica italiana e americana. Nel 2000 fonda il gruppo di ricerca musicale Dinamitri Jazz Folklore ed inizia una collaborazione con la compagnia congolese Yela wa per una ricerca sulla tradizione della musica di guarigione Kongo. Il collettivo raggiunge nel 2014 il secondo posto come Miglior Gruppo Italiano nella classifica della rivista Musica Jazz. Parallelamente al progetto con il Dinamitri Jazz Folklore, Dimitri porta avanti anche la sua carriera da solista nel progetto OREB, in cui unisce due grandi passioni: lo studio della scienza sacra nelle culture tradizionali e la ricerca sul suono con l’obiettivo di riscoprire lo spazio sonoro dei luoghi sacri. OREB è formato da tre album: il primo è Angel’s Blows del 2014, registrato nel Battistero di San Giovanni a Pisa e prodotto da Ponderosa Music & Arts. Secondo disco del progetto OREB, pubblicato per Ponderosa Music & Arts nel 2016, è Recreatio che viene registrato a Livorno nel Cisternino di Pian Rota, un’incredibile architettura neoclassica. Per il terzo e ultimo disco nell’ambito del progetto OREB, Dimitri torna al Battistero di S. Giovanni a Pisa dove registra nel 2019 The Spiritual Way, un album in cui sceglie «di affrontare il tema delle virtù spirituali, ritenendo importante riproporlo in tempi come questi, apparentemente così poco spirituali.» Nel 2020 si esibisce a JAZZMI per un concerto speciale in cui il suo sax risuona e incanta il pubblico. 

PUTIN, LA DOTTRINA NUCLEARE, LA NUOVA DETERRENZA

Per quanto tempo ancora l’Europa seguirà l’idiozia occidentale? Non è forse giunto il momento di scegliere di stare dalla parte giusta della storia?

L'immagine attuale non ha un testo alternativo. Il nome del file è: skynews-vladimir-putin-russia_6754501.jpg

di Lorenzo Maria Pacini per Strategic Culture Foundation  – Traduzione a cura di Old Hunter

Una nuova dottrina di deterrenza nucleare. Questa è la risposta della Federazione Russa all’ulteriore provocazione della NATO, che ha autorizzato e avviato l’uso di sistemi missilistici a lungo raggio sul territorio russo, attaccando il paese.

Nella logica più semplice ed elementare, questo si chiama “ennesima dichiarazione di guerra”. Nella dottrina militare, è una provocazione volta a verificare certe posizioni del nemico rispetto a certi elementi necessari nell’equazione strategica. Tutto rasenta l’assurdo, perché in una fase così delicata come la transizione tra i governi Biden e Trump, l’establishment americano sembra non avere di meglio da fare che gettare l’intera Europa nel precipizio della distruzione. Ma a Mosca sono più intelligenti.

Da dottrina a dottrina

Diamo innanzitutto un’occhiata alla precedente dottrina militare sulle armi nucleari e la deterrenza, emanata nel giugno 2020 con decreto esecutivo del presidente Vladimir Putin.

Il decreto definisce i principi fondamentali della politica statale sulla deterrenza nucleare, pietra angolare della strategia di difesa del Paese, delineando la visione ufficiale della Russia sull’uso delle armi nucleari, identificando i rischi, le minacce e le condizioni specifiche che potrebbero portare al loro utilizzo, nonché stabilendo linee guida per la gestione della deterrenza.

La deterrenza nucleare è definita come un insieme di misure politiche, militari, economiche e diplomatiche coordinate per dissuadere un potenziale avversario dall’intraprendere azioni ostili contro la Russia e i suoi alleati. La politica, dichiaratamente difensiva per natura, mira a preservare la sovranità nazionale, l’integrità territoriale e la sicurezza dello Stato mantenendo un livello sufficiente di capacità nucleare per prevenire aggressioni e conflitti armati. In caso di conflitto militare, questa politica mira a prevenire l’escalation e a portare le ostilità a una conclusione accettabile per la Federazione Russa.

La Russia considera le armi nucleari uno strumento di estrema necessità, il cui uso è riservato alle situazioni critiche. La decisione di utilizzarle spetta esclusivamente al Presidente, che può, se necessario, informare altre nazioni o organizzazioni internazionali della sua volontà o decisione di farlo. Le condizioni per l’uso includono la risposta a un attacco nucleare o WMD contro la Russia o i suoi alleati, un’aggressione convenzionale che minacci l’esistenza dello Stato o un attacco a infrastrutture critiche che comprometta le capacità di risposta nucleare.

Il decreto identifica poi diverse minacce che richiedono deterrenza nucleare, tra cui lo sviluppo e l’impiego di sistemi di armi avanzate da parte di stati considerati avversari, l’espansione di alleanze militari ostili e la proliferazione incontrollata di armi nucleari. Altre preoccupazioni includono l’impiego di armi offensive vicino ai confini russi e il potenziale uso dello spazio per scopi militari.

I principi guida della deterrenza nucleare russa includono l’aderenza agli impegni internazionali sul controllo degli armamenti, la continuità delle attività difensive, l’adattabilità della strategia alle minacce emergenti, la centralizzazione del controllo statale e il mantenimento di un arsenale nucleare minimo ma sufficiente a garantire la sicurezza nazionale. La deterrenza si basa su una combinazione di forze nucleari terrestri, marittime e aeree, mantenute in uno stato di prontezza costante.

La responsabilità per l’attuazione di questa politica è distribuita tra vari organi statali. Il Presidente guida la strategia complessiva, mentre il Governo si occupa degli aspetti economici, diplomatici e tecnologici per sostenere il potenziale nucleare. Il Consiglio di sicurezza coordina le attività delle istituzioni coinvolte e il Ministero della difesa supervisiona la pianificazione e l’esecuzione delle misure militari.

La Federazione Russa si è dichiarata impegnata a ridurre le tensioni internazionali e a prevenire e disinnescare i conflitti, riservandosi tuttavia il diritto di difendersi con tutti i mezzi necessari, compresa la forza nucleare, contro qualsiasi minaccia esistenziale.

Il nuovo annuncio

Putin ha annunciato la nuova dottrina di deterrenza nucleare, non ancora resa pubblica sui canali governativi ma disponibile in traduzione non ufficiale sui canali Sputnik.

Le differenze più importanti, o meglio le precisazioni aggiunte nel nuovo decreto esecutivo, riguardano i seguenti punti:

  • La natura del nemico, che può essere singolo o un’alleanza o un blocco, ampliandone la definizione, in perfetta coerenza con i ripetuti annunci dei funzionari del governo russo sugli attacchi della NATO e dei suoi paesi membri;
  • Le tipologie di minacce individuate, che si estendono ad un’ampia gamma di sistemi strategici, integrando anche le tecnologie spaziali;
  • La mappatura dei domini, ridefinendo la vicinanza alla Federazione Russa e ai suoi sistemi militari.

La semplificazione e l’aggiornamento della dottrina della deterrenza nucleare rappresentano un importante avvertimento per l’intero Occidente: la Russia è pronta per una guerra nucleare.

Il Presidente ha fatto riferimento ai sistemi missilistici ipersonici russi precedentemente non divulgati, Oreshnik, che non sono stati una piccola sorpresa per l’Occidente, che si era invece concentrato sulle informazioni che il Cremlino aveva fatto trapelare per distrarre dalla sua preparazione per un conflitto diretto. Un sistema, l’Oreshnik, in grado di raggiungere Mach 10, superando i sistemi di difesa occidentali a noi noti.

L’annuncio è stato ribadito dalle parole di Putin del 21 novembre, quando si è rivolto al mondo lanciando un vero e proprio ultimatum:

“Ripeto: stiamo testando il sistema missilistico Oreshnik in condizioni di combattimento in risposta alle azioni aggressive dei paesi della NATO contro la Russia. La questione dell’ulteriore dispiegamento di missili a medio e corto raggio sarà decisa da noi in base alle azioni degli Stati Uniti e dei suoi satelliti. Gli obiettivi da colpire durante ulteriori test dei nostri ultimi sistemi missilistici saranno determinati da noi in base alle minacce alla sicurezza della Federazione Russa. Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei paesi che consentono all’Ucraina di usare le loro armi contro le nostre strutture e, in caso di un’escalation di azioni aggressive, risponderemo in modo altrettanto deciso e speculativo. Raccomando alle élite al potere di quei paesi che hanno in programma di usare i loro contingenti militari contro la Russia di pensarci seriamente”.

Alla follia dell’egemone americano, Putin risponde appellandosi ai paesi europei, che sono ben consapevoli di essere quelli che saranno sacrificati in una guerra fratricida senza precedenti. Per quanto tempo ancora l’Europa seguirà l’idiocrazia occidentale? Non è forse giunto il momento di scegliere di stare dalla parte giusta della storia?

La Russia, quindi, risponde con un contrattacco e una promessa: continuiamo a usare armi ‘convenzionali’, perché riserviamo il dessert nucleare a un momento migliore. La scelta del menù spetta all’Occidente.

Lorenzo Maria Pacini

Link alla fonte: https://strategic-culture.su/news/2024/11/23/putin-the-nuclear-doctrine-the-new-deterrence-ultimatum-to-europe/

 

🇷🇺 L’OCCIDENTE HA DOVUTO CEDERE: IL G20 NON HA CONDANNATO LA RUSSIA, – Financial Times

▪️ Le maggiori economie del mondo hanno chiarito che il loro sostegno all’Ucraina sta diminuendo. La dichiarazione congiunta del G20 non contiene critiche concordate nei confronti della Russia riguardo al conflitto in Ucraina, afferma il Financial Times.

▪️Alcune delegazioni europee hanno spinto per un linguaggio forte di condanna della Russia, ma alla fine hanno abbandonato questa richiesta per paura che potesse far deragliare l’intera dichiarazione congiunta.

▪️Aspetti centrali del comunicato sono gli appelli per una tassazione efficace dei super-ricchi, misure per ridurre la povertà, un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Fonte

La ricerca per comprendere la sclerosi multipla (SM)

Nel complesso mondo della neurologia, dove vengono svelati i misteri del sistema nervoso centrale, la ricerca MS dello studioso ARCS Nathan Anderson presso l’Università dell’Oregon si distingue come un mix unico di ricerca scientifica e missione personale. Il lavoro di Nathan si concentra su una proteina chiamata Vnd, un elemento chiave nello sviluppo di neuroni e cellule gliali negli insetti. Queste cellule sono vitali per le funzioni vitali di base. 

La ricerca di Nathan mira a scoprire come le cellule staminali nel sistema nervoso centrale si differenziano nelle varie cellule necessarie per la sopravvivenza di un organismo. Tuttavia, ciò che rende il lavoro di Nathan particolarmente rilevante per la sclerosi multipla (SM) è la controparte vertebrata di Vnd—NKX2.2. Questa proteina chiave aumenta attorno alle lesioni della SM ed è fondamentale per le cellule che mielinizzano i neuroni nel sistema nervoso centrale. 

Per quella che Nathan descrive come pura serendipità, la sua ricerca su Vnd è diventata direttamente rilevante per la patologia della SM. Questa connessione tra il suo lavoro scientifico e la malattia contro cui combatte da quando aveva 17 anni fornisce a Nathan una prospettiva e una motivazione uniche nel suo percorso di dottorato. 

Un’amicizia forgiata in lotte condivise 

Il legame di Nathan con la SM va oltre la sua diagnosi e ricerca. Tre anni fa, ha incontrato Lara Ogg, membro di ARCS Oregon, all’ARCS Scholar Picnic. La madre di Lara, Caron Ogg, anche lei membro di ARCS, li ha presentati dopo aver scoperto il background di Nathan in neurologia e la sua diagnosi di SM, una malattia che colpisce anche Lara. 

Lara e Nathan sono diventati amici quel giorno al picnic, trovando l’uno nell’altro una fonte di supporto e comprensione. Si sono scambiati consigli su come gestire la malattia, dalla dieta all’esercizio fisico fino agli ultimi sviluppi della ricerca.  

Il peso invisibile delle malattie croniche 

Vivere con una malattia cronica come la SM comporta molto più dei sintomi visibili. Per Nathan, gli aspetti più difficili sono la stanchezza costante e le conseguenti lotte che accompagnano la malattia. Questi fardelli invisibili possono rendere la vita quotidiana e le routine comuni un compito scoraggiante. 

Nathan riconosce che è difficile per chi non ha una malattia cronica comprendere appieno queste sfide, ma ritiene che sia importante parlarne. Aumentando la consapevolezza, spera di promuovere un senso di empatia, non solo per i pazienti con SM, ma per chiunque viva con una malattia cronica. 

L’importanza della comunità 

Per Nathan, il supporto e l’amicizia di persone che capiscono la SM sono stati cruciali per il suo successo nel programma di dottorato. L’incoraggiamento che riceve da amici come Lara, sua madre in Idaho (anche lei affetta da SM), e Caron, la sua “mamma dell’Oregon”, lo ha aiutato a rimanere concentrato sulla sua ricerca, anche nei giorni difficili in cui avere un impatto nel campo sembra lontano. 

Il viaggio di Nathan è una testimonianza del potere della comunità di fronte alle malattie neurodegenerative. I momenti di dubbio che sperimenta stanno diventando sempre più rari man mano che progredisce negli studi, grazie in gran parte al sostegno incrollabile dei suoi amici e dei suoi cari. 

Mentre Lara riflette sulle loro conversazioni sulla SM, una delle citazioni di Nathan spicca: “La SM è MALEDUCATA”. Questa affermazione risuona profondamente in lei, catturando la frustrazione e la natura implacabile della malattia. Tuttavia, la determinazione di Nathan è ugualmente stimolante. “SM, sto arrivando per te”, dice, incarnando lo spirito combattivo di uno studioso che non solo studia la malattia, ma ci convive. 

La scoperta di Nathan che la proteina che ha studiato nei moscerini della frutta è la stessa coinvolta nelle lesioni della SM gli ha dato una rinnovata attenzione nella sua ricerca. Per Lara, conoscere uno scienziato in prima linea nella ricerca sulla SM è una fonte di speranza e ispirazione. Il lavoro di Nathan, guidato da motivazioni sia personali che professionali, ha il potenziale per avere un impatto significativo sulla vita delle persone colpite dalla SM. 

In un mondo in cui l’intersezione tra scienza ed esperienza personale può portare a scoperte rivoluzionarie, il viaggio di Nathan offre un potente promemoria della resilienza e della determinazione che guidano la ricerca di una cura. 

Manuela Valletti

FONTE

Milano si accende per la Diwali 2024: tradizioni e spiritualità indiane in uno spettacolo di musica, danze e colori


Milano si accende per la Diwali 2024: tradizioni e spiritualità indiane in uno spettacolo di musica, danze e colori
https://www.milanotoday.it/eventi/diwali-teatro-san-babila.html

Anche Milano si illumina per la Diwali 2024, la festività induista che celebra la vittoria della luce interiore sull’oscurità, promuovendo i valori di pace e fratellanza tra i popoli.

Il Teatro San Babila (Corso Venezia, 2/A, Milano) ospiterà il 14 novembre un programma unico e suggestivo, all’interno del circuito di eventi – promossi dall’Unione Induista Italiana – che stanno attraversando diverse città italiane, offrendo ai partecipanti un viaggio alla scoperta di una cultura millenaria tra danza, musica, meditazione e colori, intrecciando le antiche tradizioni spirituali indiane con l’innovazione culturale e tecnologica che pervade il mondo contemporaneo.

Il programma

Il programma prende il via alle ore 18.30 nella Sala Teatro con la Cerimonia Inaugurale e l’accensione della lampada, simbolo della luce che vince le tenebre, aprendo le celebrazioni in un’atmosfera di raccoglimento e spiritualità.

Alle ore 19.00, la serata prosegue con lo spettacolo di danza Kuchipudi “Triveni”, presentato dalla Nishrinkala Dance Academy, che vede la partecipazione straordinaria di tre danzatori: Sai Venkata Gangadhar Lakshmi Vempadappa, al loro debutto in Italia, e Atmananda Talavidya. L’opera, ispirata alla confluenza dei tre fiumi sacri dell’India – Gange, Yamunā e Sarasvatī – trasporta il pubblico in un’esperienza di purificazione spirituale e bellezza attraverso movimenti che fondono tradizione e ispirazione divina.

Alle 21.30 sarà la volta dello spettacolo di danza Bharatanatyam “अतः Atah”, eseguito dalla rinomata Punyah Dance Company, con gli artisti Parshwanath Upadhye e Adithya PV. Questo lavoro unico esplora le connessioni tra passato e presente attraverso la sacralità del Bharatanatyam, arricchito dalle musiche di Shri RaghuRamRang.

La serata si concluderà alle 22.15 con il vivace spettacolo di Bollywood “Rang-Raas” che vedrà in scena l’Aayana Dance Company. Un’esplosione di colori e ritmo che richiama il mito di Krishna e Radha, unendo elementi tradizionali e moderni in una celebrazione delle vivaci sfumature della cultura indiana.

Non mancheranno i momenti dedicati alla spiritualità: dalle 13:00 alle 14:00 nel foyer del teatro, i partecipanti potranno prendere parte a una sessione di yoga guidata.

Inoltre, il pubblico presente sarà omaggiato con prodotti solidali offerti da Aimac (Associazione Italiana Malati di Cancro), Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e Il Ponte del Sorriso Onlus, organizzazioni impegnate nella lotta al cancro e nel supporto ai bambini ospedalizzati e alle loro famiglie.

Le celebrazioni dell’Unione Induista Italiana per la Diwali 2024 sono sostenute in parte dai fondi 8xmille, grazie ai quali l’UII realizza progetti che traducono i principi etici di rispetto e cura verso il prossimo in concrete azioni di solidarietà e sostegno.

Ingresso gratuito su prenotazione. Maggiori info su: https://www.induismo.it/events/diwali-2024-milano/

 Diwali 2024 Milano

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Atmananda
Nishrinkala-2


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L’impero Americano è in discesa, i Brics in ascesa

L’impero americano ha raggiunto l’apice “e stiamo scendendo… anche se cerchiamo di resistere”, afferma Richard Wolff, professore emerito di economia presso l’Università del Massachusetts Amherst, che nota che la coalizione di economie BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sta rimontando sugli Stati Uniti. Wolff dice al conduttore Steve Clemons che è “un’esperienza molto difficile per gli americani” rendersi conto di aver perso le guerre in Vietnam, Afghanistan e Iraq. E nonostante il sostegno incondizionato degli Stati Uniti, Israele non sarà in grado di prevalere nel lungo periodo. “Israele è un Paese di pochi milioni di persone e non potrà controllare e gestire l’intero Medio Oriente… con o senza gli Stati Uniti”, sostiene Wolff.

Quindi alla domanda se i BRICS sono una sfida reale per gli Stati Uniti o solo una illusione, il noto economista dice che “no, non si tratta affatto di un’illusione, sono già una realtà”.

Diario sotto le bombe – Cinque anni di guerra di un adolescente

Il “Diario sotto le bombe” alla Cascina Linterno

Il libro ripercorre cinque anni di guerra di un adolescente tra il 1940 e il 1945

Milano, ottobre 2024“Diario sotto le bombe – Cinque anni di guerra di un adolescente” (Segni e Parole), il libro che ripercorre i tragici anni dal 1940 al 1945 raccontati da un punto di vista particolare (quello di un ragazzinoche all’epoca aveva solo 10-15 anni), sarà presentato domenica 27 ottobre, alle ore 16, alla Chiesetta di Cascina Linterno (via Fratelli Zoia, 194 – Parco delle Cave, Milano).

Il diario è stato scritto da Paolo Grassi, che durante la Seconda guerra mondiale annotò le sue vicende personali intrecciandole con i momenti che sconvolsero il mondo.

Diario sotto le bombe, pubblicato postumo,ripercorre i cinque anni più tragici della storia italiana – dallo scoppio della guerra alla caduta del fascismo, dalla sanguinosa occupazione nazista fino alla Liberazione – visti con gli occhi di un ragazzino costretto dagli eventi a crescere troppo in fretta. Pur tra violenze di ogni tipo, dalle pagine emerge il desiderio di vivere, il mantenimento dei valori, la ricerca – per quanto possibile – di una “normalità” adolescenziale, che fa però presto spazio alla consapevolezza, all’indignazione per gli orrori quotidiani. Diario sotto le bombe è un libro appassionato e appassionante dal quale emergono storie lontane, da non dimenticare mai.

Il libro è ambientato prima a Milano e successivamente a Lumellogno, alle porte di Novara, dove l’autore fu costretto a sfollare dai nonni dopo che la sua casa milanese venne distrutta dai bombardamenti.

“Sono molto felice di presentare il libro alla Cascina Linterno – dichiara il figlio dell’autore e curatore del libro Davide Grassi – Consiglio la lettura del Diario sotto le bombe soprattutto ai giovani. Aiuta infatti a comprendere la storia in modo semplice e immediato perché raccontata da chi all’epoca aveva più o meno la loro età. Coltivare la memoria e conoscere il passato è fondamentale per costruire il futuro senza ripetere gli stessi errori. Questo libro lo considero un testimone che ho ricevuto da mio padre e voglio trasmettere alle nuove generazioni”.

Ufficio Stampa: Paola Ferrarini, timeforpress@gmail.com, cell. 348.8900152