L’Italia supera la Francia

Il giornale economico Finanz und WirtschaftCollegamento esterno traccia questa settimana un paragone tra le economie italiana e francese, sottolineando che per la prima volta il prodotto interno lordo pro capite italiano, corretto per il potere d’acquisto, ha raggiunto quello francese. Il contesto politico gioca un ruolo importante. “Con 68 Governi dal Dopoguerra, l’Italia guida la classifica dell’instabilità politica”, ma oggi “l’esecutivo di centrodestra di Giorgia Meloni dispone di una solida maggioranza e persegue una linea politica stabile”. Al contrario, la Francia “si trascina politicamente con rapporti di forza poco chiari” e una “governance impopolare”, rileva la testata.

Questo si riflette anche nei conti pubblici: “La Francia ha registrato due volte deficit di bilancio ben superiori alle attese”, portando Moody’s a declassare il rating. L’Italia, invece, ha contenuto il deficit al 3,4% del Pil e ha ottenuto un miglioramento del rating a BBB+. “Solo un gradino separa ora l’Italia da una valutazione single-A”. Nonostante un debito pubblico ancora elevato (135% del PIL contro il 113% francese), Roma ha già raggiunto un avanzo primario. Inoltre, beneficia ancora dei fondi del programma Next Generation EU, che sostiene investimenti e crescita.

Anche i mercati riflettono questa dinamica: “Il premio di rischio richiesto per l’Italia si è ridotto notevolmente: da oltre 1 punto percentuale a soli 0,3”. La Borsa di Milano ha sovraperformato quella di Parigi: “L’indice FTSE Mib è salito del 69% rispetto all’inizio del 2023, contro il +22% del CAC 40”. A trainare il mercato italiano sono i titoli della difesa e il settore bancario. La società statale di difesa e sicurezza “Leonardo ha raddoppiato il suo valore, Fincantieri è salita del 125% e Iveco dell’89%”. In Francia, invece, “i titoli del lusso – come LVMH e Kering – hanno perso rispettivamente il 24% e il 26%”. Secondo Finanz und Wirtschaft, “ci sono buone ragioni per superare la diffidenza verso l’Italia e iniziare a considerarla una destinazione d’investimento più interessante rispetto alla Francia nei prossimi anni”. Anche le valutazioni lo confermano: “Il rapporto prezzo/utili previsto è più favorevole a Milano (11,5) rispetto a Parigi (14,9)”.

Daniele Mariano

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