Cabaret

Al Derby Club, fondato nel 1959 da Giovanni, pittore e albergatore bolognese, e sua moglie Angela Bongiovanni, hanno legato la propria carriera moltissimi artisti di cabaret milanesi. Nato inizialmente come ristorante dove si suona anche jazz, il suo primo nome di battesimo fu Gi-Go, ben presto luogo di ritrovo dei protagonisti della musica milanese di quei tempi, da Celentano a Mina. Ma solo nel 1962, dopo l’ingaggio dato al pianista Enrico Intra (Intra’s Derby Club, per la vicinanza a San Siro e la frequentazione di appassionati ippici e di giornalisti sportivi), il locale inizia ad essere il tempio del cabaret.

Gli indimenticabili Gufi, Enzo Jannacci, la coppia Cochi e Renato, Teo Teocoli, Walter Valdi, Paolo Villaggio, Lino Toffolo, Dino Sarti, Antonio Ricci, Diego Abatantuono, Paolo Rossi, Massimo Boldi, Felice Andreasi e Claudio Bisio, allora in coppia con Antonio Catania, trovarono nel Derby il loro trampolino di lancio.

Dal 1981, anno di morte di Giovanni Bongiovanni, il locale iniziò il suo lento declino, per chiudere poi nel 1985.

Ora il riferimento del Cabaret milanese è lo Zelig.

I GUFI

Il mitico gruppo di cabaret degli anni ’60, viene ricordato con sorrisi a denti stretti da molti cantanti dell’epoca e con ghigni di invidia da un bel mucchio di comici contemporanei. Tra uno sberleffo e una risata, alla faccia di una censura sempre all’erta, riuscirono ad intaccare il muro di gomma delle Fesserie perbeniste e moraliste dell’Italia dell’epoca: se c’è poi stato un ’68, il merito è senza dubbio anche loro.

I Gufi, storia d’Italia dal Derby allo Zelig

Nanni Svampa

Unico vero depositario della canzone e della tradizione popolare milanese e lombarda, e del cabaret tra Milano e il lago Maggiore, classe 1938, milanese con radici sul Lago Maggiore, rappresenta il mondo dello spettacolo con 40 anni di attività artistica dedicata soprattutto alla ricerca e riproposta delle canzoni popolari lombarde, alla canzone umoristica e alla canzone d’autore (con particolare riguardo al repertorio di Georges Brassens tradotto in milanese e in italiano), al cabaret, al teatro leggero, alla televisione, alla radio.

LINO PATRUNO

Sono moltissimi anni che il gruppo si sciolse. Sono moltissimi anni che Lino Patruno opera nel settore dello spettacolo. Le sue esperienze vanno da quelle jazzistiche in concerto, in sala di registrazione, in TV, a quelle di attore di cabaret, di teatro, di cinema; dalla direzione d’orchestra alla composizione di musiche da film; dal ruolo di sceneggiatore a quello di produttore cinematografico; da organizzatore di festival del jazz a presentatore televisivo.

PAOLO CONTE

E’ nato ad Asti il 6 gennaio 1937. Già da ragazzo comincia a coltivare quelle che ancora oggi rimangono le sue passioni: il jazz americano e le arti figurative. Si dedica come amatore al jazz, suonando il vibrafono in complessi della sua città o tournée – Festival nazionale del jazz a Saint Vincent -, nonché come esperto – 3° posto per l’Italia al Quiz Internazionale di Oslo -. Inizia, prima insieme al fratello Giorgio, poi da solo a scrivere canzoni sotto la scia di suggestioni assorbite dalla vita, dal cinema e dalla letteratura. Arriva la metà degli anni Sessanta, ed ecco irrompere nelle classifiche canzoni “diverse” ed originali: “La coppia più bella del mondo” e “Azzurro” interpretate da Adriano Celentano, “Insieme a te non ci sto più” interpretata da Caterina Caselli, “Tripoli ’69” interpretata da Patty Pravo, “Messico e nuvole” interpretata da Enzo Jannacci, “Genova per noi” e “Onda su onda” interpretate da Bruno Lauzi, e molte altre…

DIEGO ABATANTUONO

Diego Abatantuono nasce a Milano, nel quartiere popolare del Gianbellino (periferia sud-ovest di Milano ) nel secondo dopoguerra, da Matteo, calzolaio di origine pugliese (Vieste) e Rosa, la madre, milanese, guardarobiera del Derby (prima circolo jazz, poi teatrino di cabaret) di proprietà dei suoi ziiЕЕЕЕ

Teo Teocoli

Si forma come cabarettista al Derby di Milano. Insieme a Cochi e Renato, Enzo Jannacci e Massimo Boldi. Fa anche parte del clan di Adriano Celentano. Sempre negli anni ’60 canta con altri gruppi come I Camaleonti e I Quelli (che in seguito divengono Pfm).

Enzo Jannacci

Agli inizi della carriera, intorno alla metà degli anni ’60, si era manifestato come autore dalla vena tragicomica e in parte satirica, ben coadiuvato in questo da amici come Dario Fo (assolutamente indimenticabile il loro duetto nella famosa Ho visto un re, dello stesso Fo, autore anche di Vengo anch’io no tu no e Veronica, col mitico Sandro Ciotti), Cochi e Renato (La vita la vita e Silvano), Giorgio Gaber (un pilastro della musica per così dire comica-ma-colta). E’ in fondo come una grande famiglia che ruotava intorno al mitico Derby di Milano, fucina di tutti i comici poi esplosi negli anni ’80.

RENATO POZZETTO
Nato a Laveno (VA) il 14 Luglio del 1940, nel 1964 debutta a Milano come cabarettista con l’amico d’infanzia Cochi Ponzoni. Seguono poi le fortunate trasmissioni televisive “Il buono e il cattivo” (1971), “Il poeta e il contadino” (1972) e la ricca esperienza cinematografica. La carriera da attore comico è affiancata da quella di autore e interprete (sempre in collaborazione con Cochi) di canzoni surreali e demenziali.

Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, che proprio insieme hanno dato il meglio di se, non riuscendo poi a ripetersi da “single”: sono impareggiabili nella loro ” Canzone intelligente”, sigla dello storico programma “Il poeta e il contadino”, oppure in ” La cosa”, “Come porti i capelli bella bionda” e “La gallina”, dove i nostri si occupano di argomenti assolutamente banali, a volte con delle conclusioni ridicole. La loro produzione musicale si fondava allora sul puro divertimento, e loro stessi devono essersi divertiti parecchio. Ricordiamo che siamo intorno al 1974, e per l’epoca queste canzoni in TV dovevano risultare ben distanti dai canoni tradizionali (per intenderci tutto quello che passava ai vari Festival di Sanremo o alle varie Canzonissima) per essere accettate di buon grado da tutto il pubblico. Forse proprio con Cochi e Renato l’aspetto puramente demenziale delle canzoni prende il sopravvento su quello semplicemente comico: basti pensare a frasi quali “… la gallina non è un animale intelligente / lo si capisce, lo si capisce da come guarda la gente …” oppure “… ehi tu hai visto gli indiani / ma quelli con le piume / no non quelli che han fame / ehi tu hai visto gli indiani / sembra che di indiani no non ce n’è più …” per rendersene conto.

COCHI PONZONI
Dopo alcune piccole esperienze teatrali, Cochi nel 1964 formò con Renato Pozzetto una coppia artistica stralunata e surreale che portò sui palcoscenici del cabaret milanese, fra cui il celebre Derby, una comicità fatta di una poetica povertà di mezzi, gag fulminee, esasperanti monologhi nonsense, canzoncine deliranti (celebri sono Canzone Intelligente, La gallina, Libe-Libe-Là e soprattutto Nebbia in Val Padana) e scenette divertenti (come quelle del maestro e dell’alunno, che terminavano sempre con lo stesso giudizio: «Bene, bravo, 7+»).

Grazie all’amicizia con Enzo Jannacci, si dedicò anche alla musica, producendo in sala d’incisione le sue canzoni più famose. Dopo aver condotto, sempre con l’amico Pozzetto, Quelli della domenica nel 1968, Canzonissima nel 1974 e Il poeta e il contadino (l’incontro che non doveva avvenire) un anno dopo, il duo “Cochi e Renato” si sciolse, non prima però di aver portato al successo la canzone E la vita l’è bela, scritta insieme ad Enzo Jannacci come le altre del loro repertorio.

Rispetto a Renato, Cochi ebbe meno successo al cinema e più fama in teatro: proprio in uno spettacolo teatrale lo notò Alberto Lattuada, che lo volle con sé nel 1976 per il suo film Cuore di cane.

Dopo un periodo di crisi ispirativa, tornò in televisione nel 1992 nel varietà comico Su la testa!, condotto dall’amico Paolo Rossi.

In seguito, ebbe modo di tornare ad esibirsi con Renato Pozzetto nel 2000 in televisione (Nebbia in Val Padana) e in teatro (Nonostantelastagione). Nel gennaio 2007 ha realizzato un nuovo programma televisivo in coppia con Renato, Stiamo lavorando per noi, con la partecipazione di Enzo Jannacci e numerosi comici, ed ha partecipato al film Un amore su misura, di cui Pozzetto è stato anche regista e sceneggiatore oltre che protagonista.

ALDO GIOVANNI E GIACOMO

Cataldo Baglio- ALDO – è nato a Palermo il 29 settembre 1958, lavorava alla SIP e aveva da sempre il pallino del comico. Giovanni Storti- GIOVANNI – è nato a Milano il 20 febbraio 1957, veniva dal mimo e insegnava acrobatica alla scuola Paolo Grassi. Aldo e Giovanni si conoscono da una vita. Giacomo Poretti- GIACOMO – è nato a Villa Cortese il 26 aprile 1956 è di Legnano, cittadina tra Milano e Varese. Un tempo faceva l’infermiere, di notte si trasformava.

Gli inizi
Cataldo Baglio, meglio noto semplicemente come Aldo, incontra nel capoluogo milanese Giovanni Storti; insieme studiano danza mimica e frequentano la scuola di melodramma del Teatro Arsenale di Milano. Aldo si diploma nel 1978 e subito prende parte a vari spettacoli di cabaret fra cui E domani? (1979) e I suggestionabili (1982).

Giacomo Poretti, che nel trio impersona il disordinato e l’ipocondriaco, dopo aver lavorato per dieci anni come infermiere e poi capo sala, inizia da solo la carriera nel 1988 esibendosi in spettacoli dai titoli stravaganti, quali Mens sana in corpore nano (1989) e Non parole ma oggetti contundenti (1990), (entrambi scritti con la collaborazione di Carlo Turati) dove conosce Giovanni che ne è il regista. È apparso da solo anche in un film girato in Svezia da Corrado Barsotti ed è stato interprete in “fiction” televisive tra cui “Professione Vacanze”. Nel cabaret fa per la prima volta coppia con Marina Massironi (vero nome Marina Mappironi), sua moglie all’epoca, in Hansel e Strudel.

Finalmente insieme in teatro
Dopo anni di apprendistato il trio, ribattezzatosi Aldo, Giovanni e Giacomo, dimostra di possedere i tempi perfetti per una comicità un po’ stralunata e ingenua, senza forzature e fronzoli.

In teatro recitano insieme a Marina Massironi sin dal 1991 in spettacoli di grande successo quali Lampi d’estate (1992) diretto da Paolo Galassi, Ritorno al Gerundio (con Flavio Oreglio e Antonio Cornacchione), Aria di tempesta (1993) diretto da Giancarlo Bozzo e i celebri I corti (1995) per la regia di Arturo Brachetti e Il circo di Paolo Rossi (1995) diretto e interpretato da Paolo Rossi.

Il successo televisivo
In televisione fanno la loro prima apparizione nell’estate del 1992 accanto al duo comico Zuzzurro e Gaspare nel TG delle vacanze, nello stesso anno arriva il grande successo con la partecipazione a Su la testa! di Paolo Rossi.

Nell’anno successivo li ritroviamo in Cielito lindo con Claudio Bisio e nel triennio 1995-1997 in Mai dire Gol, la fortunata trasmissione della Gialappa’s Band nella quale tutti i lunedì si esibiscono in vivacissime ed esilaranti scenette.

Si replica sul grande schermo
Il 1997 è l’anno della svolta cinematografica affrontata insieme a Marina Massironi. Con Massimo Venier, sceneggiatore e regista, realizzano Tre uomini e una gamba, primo film, nel quale ripropongono diversi sketch tipici del loro repertorio, grazie al quale ottengono grande successo di pubblico e apprezzamento della critica.
Rientro in televisione da trionfatori
Nel 1999 i tre ottengono ancora un notevole successo di pubblico grazie al nuovo spettacolo Tel chi el telùn, che viene ripreso e trasmesso su Canale 5, per la regia di Egidio Romito.

Nel 2003 tornano accanto alla Gialappa’s Band a proporre nuovi piacevoli sketch nella trasmissione Mai dire domenica.

Un film con Paola Cortellesi
Nel 2004 girano il secondo film senza la Massironi, dopo La leggenda di Al, John & Jack del 2002, con il solo Venier alla regia e Paola Cortellesi come protagonista: Tu la conosci Claudia?, complicata vicenda d’amore meno farsesca delle precedenti.

Di nuovo a teatro
Nel 2006 il trio torna a calcare le tavole del palcoscenico con Anplagghed, spettacolo con il quale girano tutta l’Italia e che verrà proiettato anche nelle sale cinematografiche.

Un cenno anche a: Marina Massironi, nata a Legnano (Milano) il 16 maggio 1963 e compagna fedele di molte delle avventure del trio.

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