POLITICA ESTERA

MALI. ANCHE LA GERMANIA SE NE VA
La Germania ha dichiarato di aver terminato la sua partecipazione alla missione delle Nazioni Unite in Mali, MINUSMA, in un ritiro ordinato dai leader militari del Mali.
“Oggi alle 3:00 (1400:142 GMT) gli ultimi soldati della Bundeswehr hanno lasciato Camp Castor a Gao, in MalI. Questo segna la fine di un dispiegamento all’estero della Bundeswehr dopo quasi esattamente 10 anni”, ha detto l’esercito in una dichiarazione oggi, aggiungendo che gli ultimi quattro soldati lasceranno Bamako domenica e che circa 27.500 soldati hanno prestato servizio sotto la MINUSMA.
Le truppe tedesche sono state un pilastro fondamentale della missione MINUSMA da quando Parigi ha ritirato le sue forze dal Mali nel 2022. La missione delle Nazioni Unite in Mali è stata creata nel 2013 per aiutare a stabilizzare il paese mentre combatteva un’insurrezione.
La giunta al potere in Mali, che ha preso il potere nel 2020, a giugno ha chiesto la partenza della missione, nonostante fosse in preda a violenze e altre crisi. (Fonte: TRT World (https://www.trtworld.com/africa/un-mission-in-mali-officially-ends-after-10-years-germany-16211698))

ONU. ASSEMBLEA GENERALE VOTA A PER CESSATE IL FUOCO. ITALIA ASTENUTA
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato a stragrande maggioranza a favore dell’attuazione del cessate il fuoco.

  • 10 i voti contrari (Austria, Repubblica Ceca, Guatemala, Israele, Liberia, Micronesia, Papa Nuova Guinea, Paraguay, Stati Uniti)
  • 23 gli astenuti, tra cui Italia, Germania, Ungheria, Olanda, Ucraina, Regno Unito
  • 153 i voti a favore, tra cui Francia, Spagna, Belgio, Grecia.

L’UE SCEGLIE IL PROTEZIONISMO PER DIFENDERSI DALLA CINA NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA. MA I PREZZI AUMENTANO E LA TRANSIZIONE È A RISCHI

L’UE sta spingendo per proteggere la sua produzione di energia pulita dalla concorrenza cinese adottando misure per aiutare le sue industrie di veicoli elettrici, solare ed eolico.
Il blocco ha cercato per mesi di affrontare la sua dipendenza dalle tecnologie importate, in particolare dai prodotti più economici provenienti dalla Cina, che minano le quote di mercato dei produttori europei. Tuttavia, la nuova ondata di protezionismo dell’energia pulita potrebbe danneggiare le catene di approvvigionamento e il commercio globale e in realtà far salire ulteriormente i prezzi dei materiali e delle attrezzature necessarie per accelerare la transizione energetica, affermano gli analisti e l’industria.
L’UE sta inoltre cercando di proteggere i suoi produttori di apparecchiature eoliche e solari dalla concorrenza cinese. Alla fine di ottobre, la Commissione europea ha presentato il suo piano d’azione europeo per l’energia eolica, che mira a “garantire che la transizione verso l’energia pulita vada di pari passo con la competitività industriale e che l’energia eolica continui a essere una storia di successo europea”. “Le dipendenze si stanno intensificando”, ha commentato Kadri Simson, commissaria europea per l’Energia. “L’Europa non ha intenzione di ridimensionare le sue ambizioni di decarbonizzazione, quindi deve anche agire per ridurre la sua dipendenza dalle tecnologie importate, che comporterà rischi sia economici che di sicurezza”, ha aggiunto il commissario europeo per l’Energia.
Il pacchetto sull’energia eolica rileva che i bassi prezzi cinesi e le catene di approvvigionamento più corte a causa del dominio della Cina nella produzione di acciaio e materie prime “minano gravemente la capacità delle aziende dell’UE di competere in condizioni di parità”.
La Cina svolge anche un ruolo smisurato nella catena di approvvigionamento globale della tecnologia dell’energia pulita, che presenta un’altra serie di problemi di sicurezza energetica a causa delle catene di approvvigionamento altamente concentrate geograficamente sia per la tecnologia che per i minerali critici, come riconosce l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE). Secondo le previsioni dell’agenzia nel World Energy Outlook, la Cina avrà una quota del 79% della catena di approvvigionamento del solare fotovoltaico nel 2030, il 64% nell’energia eolica, il 68% nelle batterie, il 54% nei prodotti chimici al litio e il 72% nel cobalto raffinato. L’UE è preoccupata di essere diventata sempre più dipendente dalla produzione cinese, nonostante un aumento del 50% del tasso di installazioni eoliche e solari lo scorso anno rispetto al 2021, anche in un contesto di aumento dei prezzi.
In una dichiarazione congiunta, 433 aziende e associazioni europee del settore solare, guidate da SolarPower Europe, hanno avvertito alla fine di novembre che
“le misure commerciali danneggerebbero il settore solare dell’UE a scapito della transizione energetica verde dell’UE in un momento critico. In questo momento, l’Europa produce meno del 3% dei pannelli solari necessari per raggiungere l’obiettivo medio annuale di raggiungere i nostri obiettivi di diffusione solare per il 2030. Prendere in considerazione le indagini commerciali minaccia il percorso più promettente dell’Europa verso una rapida decarbonizzazione dell’energia”, ha affermato SolarPower Europe. L’associazione invita i leader dell’UE a prendere in considerazione la possibilità di sostenere la produzione nazionale con garanzie statali, adeguare le norme sugli aiuti di Stato e creare uno strumento finanziario a livello dell’UE per la produzione solare, come una banca di produzione solare, invece di imporre dazi e tariffe sulle importazioni. (Fonte: Oilprice (https://oilprice.com/Alternative-Energy/Renewable-Energy/EU-Might-Be-Standing-In-The-Way-Of-Chinas-Energy-Transition.html)

USA – AIUTI A UKRAINA E ISRAELE

Non sono solo gli aiuti al regime nazista ucraino ad essere fermi ma anche quelli ad Israele. Gli Stati Uniti non stanno aiutando nè Kiev nè Tel Aviv. Mi pare molto significativa la politica estera che stanno seguendo. https://www.pbs.org/newshour/politics/senate-republicans-block-ukraine-and-israel-aid-as-they-demand-border-policy-changes

fonte: TELEGRAM

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giornalista e scrittrice milanese, lavora sul web dl 1996 come freelance, ha creato diversi siti di informazione al servizio dei cittadini
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